Hannah Arendt

Hannah Arendt, una donna contro il totalitarismo

L’amore per Martin Heidegger segnò una tappa importante nella vita privata e sentimentale di Hannah Arendt (1906-1974). Troppo tardi ne scoprì, lei ebrea di Hannover, città della bassa Sassonia, le forti simpatie per il nazismo. Quel suo oscuro occhieggiare al pensiero mostruoso di Adolf Hitler. Un amore questo per il suo professore di filosofia che non riuscì mai a dimenticare del tutto, a guadare fin sulla riva opposta. Una figura a cui la donna tornerà costantemente nel corso della sua vita, nonostante l’inevitabile distacco, i due matrimoni, l’esilio prima in Francia, poi in America.

Gli scritti di Hannah Arendt

Proprio nel nuovo continente, la Arendt darà prova della sua straordinaria dialettica, del suo genio filosofico, di quel pensiero che senza sbavatura alcuna puntava a un’analisi acuta della politica, del totalitarismo, del male.

La banalità del male

Non per nulla la sua opera oggi più celebre e letta è La banalità del male del 1963. Un libro che le conferì un ruolo di primo piano nell’ambito della filosofia di tutto il Novecento. Hannah Arendt era certa che la natura del male non possedesse radici, non avesse memoria. Queste mancanze inevitabilmente legate a una totale assenza di dialogo, riflessione e confronto facevano sì che gli atti più nefandi e criminali potessero prendere corpo in persone del tutto banali. Uomini e donne che in men che non si dica potevano diventare terribili e impensabili alfieri del male. Bui portatori di morte.

Le origini del totalitarismo

Altra sua opera magistrale fu certamente Le origini del totalitarismo pubblicato nel 1951. Un lungo saggio (al centro di diverse dispute e controversie), dove la filosofa andò a scovare le origini del Nazismo e dello Stalinismo, evidenziando in entrambi una forte base antisemitica.

Per chi volesse a questo punto approfondire e conoscere più da vicino il pensiero di Hannah Arendt, consigliamo senza dubbio di partire con Vita activa. La condizione umana che è una summa precisa e lineare di tutta la sua teoria politica.

Foto | Di Albarluque (Opera propria) [GFDL o CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

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