Ophélie si vendica

Ophélie non si arrende: alla ricerca della verità e della vendetta nell’emozionante romanzo di Michel Bussi

Rouen. 1983-1999.

Il 29 aprile 1983 Ophélie Folette Crochet subisce la morte della madre Maja. La bambina è nata il 10 ottobre 1976, le vuole un bene dell’anima e assiste impotente.

Prima sul letto dalla propria cameretta con il giovane gatto Bolduc, mentre lei parla con il tutore dei loro soldi Richard Vidame stufo del marito Jo, che li spende per alcol e droga, e lo supplica di restare perché sente il fondato terrore di poter essere ammazzata, vedendolo andar via dalla finestra dell’appartamento dove abitano (al decimo piano dell’edificio Sorano) in Volvo con una donna.

Poi, risvegliata dal tardivo ritorno del padre, dopo che lei le ha letto una storia dall’amato libro della favole (dove ci sono pure Mignolina e Maja) e ha cercato di farla dormire, mentre ancora tenta di calmare l’uomo, telefona di nuovo a Vidame e presto scappa per salvare la figlia, subito rincorsa.

Infine sugli ipotizzati passi dei genitori per le strade del quartiere, dopo poco trovano il papà in un capannello di pompieri e la madre tre metri più in basso, stesa sull’asfalto della superstrada con le braccia larghe in mezzo ad auto ferme. Trauma cranico, dice l’autopsia.

Ophélie si vendica

Decide di dedicare tutta la lunga vita che ha di fronte a vendicarsi, solo a quello.

Il padre è stato arrestato ma ce l’ha giustamente soprattutto con Vidame e, di conseguenza, con la sua famiglia.

Cova per anni il fissato odio e una propria indagine su chi può sapere cosa sia veramente successo: la mamma si è gettata disperata o è stata spinta o è stata investita? Chi è il colpevole materiale, ammesso che conti?

Prima la mettono per sei anni alla Prairie sotto la supervisione dell’educatrice Béné e con l’amicizia della bellissima ribelle Nina. In seguito fa disastri, se la cava all’università, finisce anche in carcere, si riabilita. Sempre con quell’obiettivo in testa, condiviso con amici e a tratti solitario, foriero di continue bugie e altri dispiaceri, indizi nuovi e scoperte sorprendenti, avventure e sventure, specie quanto il padre torna libero.

Gli ottimi gialli di Michel Bussi

Lo scrittore già professore di geografia all’università (in aspettativa dal 2016) Michel Bussi (Louviers, 1965) vive sempre a Rouen in Normandia e pubblica ottimi gialli di successo da oltre una quindicina d’anni (avendoli cominciati a scrivere ben prima), finora mai seriali.

Gli oltre quindici romanzi pubblicati hanno una precisa ricostruzione dei “luoghi”, veri o immaginati, in cui sono ambientati e una notevole completezza di riferimenti alle specie vegetali o animali oltre che ai confini istituzionali o amministrativi.

Stile e struttura di Ophélie si vendica

In Ophélie si vendica si concentra sulle terre natie e scopriamo molto su paesaggi affascinanti ed eventi tipici di Rouen.

La narrazione è quasi tutta in prima persona al presente, pensieri, parole e dialoghi di Ophélie dagli occhi castani.

I capitoli alternano gli interlocutori, lei racconta sempre a qualcuno di loro, dandogli del “tu” fino alla svolta del 1995.

La quarta e ultima parte è ambientata nella seconda metà del 1999. Sempre lei a raccontare, verso la fine con rari inserti dell’amica e del padre, quello che la loro cara Folette non potrà o dovrà “mai sapere”, a legittima differenza con noi lettori del giallo.

Rilevante è il ruolo di nonna Mette che è di origini danesi (come Andersen) e vive beatamente sulla costa meridionale, pensa di potersi fare un poco carico di figlia e nipote solo a distanza, muore presto ma riesce comunque a lasciare tracce decisive.

Le trame dei romanzi di Bussi

Ognuno dei “pezzi unici” ha trame estremamente arzigogolate, curiose e plausibili, usando vari marchingegni letterari di difficile trasposizione e replicazione. Sono scritture da scienziato geografo più che da sceneggiatore sincopato.

In questo bel romanzo Ophélie si vendica molto ruota intorno alla gestione dei centri di accoglienza e assistenza agli orfani in Francia, con minime eccezioni pubblico e privato non ci fanno una gran bella figura.

Il libro importante è quello rosso e oro delle favole, ognuna insegna qualcosa; ogni tanto appare ovviamente Il piccolo principe.

Ophélie e Nina cominciano presto con la tequila, pur imparando a non disdegnare birra rossa e vino di qualità.

Alla festa esplode la chitarra di Rock this Town degli Stray Cats.

Il libro

Michel Bussi
Ophélie si vendica. Il destino di Folette
traduzione di Alberto Bracci Testasecca
Edizioni e/o, 2024

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Valerio Calzolaio

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