L'isola della noce moscata

Giles Milton racconta esploratori, pirati e guerre per la noce moscata

Isole Banda, Run in particolare. 1591-1667, fra stati nazionali e compagnie commerciali inglesi e olandesi, nativi collaborativi resi più o meno succubi o schiavi.

L’isola della noce moscata

Siamo su una decina di piccole isole vulcaniche indonesiane, nel mar di Banda, sopra l’Australia, a circa duemila chilometri verso est di Giava. Scoperte dagli europei all’inizio del Cinquecento (primo il portoghese Abreu nel 1512), fino al XIX secolo furono l’unica area di produzione della noce moscata e del macis, spezie preziose per i mercanti del nostro continente.

Il 23 dicembre 1616 Nathaniel Courthope, capitano del vascello inglese Swan, arrivò a Run, un atollo fra i meno grandi e più ricchi delle Indie orientali. Vi si insediò sopravvivendo abbastanza bene lungo quasi quattro anni di fatiche coloniali. Organizzò colonia e fortezza e nell’ottobre 1620 si difese strenuamente dall’attacco marino e terrestre olandese con uomini e armi preponderanti, fino a un colpo al petto, senza poter far nulla di fronte a più di cinquanta soldati olandesi.

Fu risoluto nel difendere la proprietà inglese. La sua scelta pagò dividendi decenni dopo, ma la sua morte crudele passò senza tracce alla storia: per tutto il Novecento si sarebbe potuto cercare invano una tomba o un epitaffio che commemorasse l’eroe in patria.

Gli inglesi vi tornarono dopo innumerevoli vicissitudini e guerre con l’Olanda solo nel marzo 1665. Furono attaccati ancora poco dopo, ma infine nel marzo-aprile 1667 il Trattato di Breda stabilì uno scambio straordinario (clamoroso a secoli di distanza): gli olandesi si tennero Run e in cambio cedettero in via definitiva agli inglesi una grande isola sulla costa orientale dell’America, Manhattan (New York)!

Il fondamentale studio di Giles Milton

Il grande giornalista, storico e scrittore britannico Giles Milton (Buckinghamshire, 15 gennaio 1966) narrò questa straordinaria vicenda ormai venticinque anni fa. U ancora vivida e utile.

Il titolo inglese si concentra su uno dei protagonisti, quello cruciale per l’ostinata rivendicazione britannica della piccola isola di Run, quasi inaccessibile, distante dalle altre del gruppo.

Il titolo italiano guarda alla sostanza: fra il Quattrocento e il Seicento le spezie erano più preziose dell’oro, la noce moscata era una delle più redditizie, la più ricercata e preziosa. Nei secoli successivi, da una parte si fecero molte altre coltivazioni in altri continenti, dall’altra New York divenne la città più grande del Nord America.

Oggi è difficile crederci, eppure è un oscuro enorme brano di storia ed è merito soprattutto dell’autore averlo riscoperto.

Stile e struttura de L’isola della noce moscata

Dopo la prefazione e il prologo sul primo arrivo di Courthope a Run, la narrazione (qualche rara volta al presente) è strutturata in dodici capitoli prevalentemente cronologici, capaci di intrecciare scoperte e guerre, fatti e personaggi dell’impero d’Inghilterra e dell’Olanda (con cenni a portoghesi e spagnoli) con i perigliosi viaggi dalle coste oceaniche nostrane e, soprattutto, con le esistenze (alcune terribili e indimenticabili) di nativi ed esploratori, di coloni e schiavi, dei governanti e dei mercanti in patria e dei differenti ecosistemi insulari.

Le fonti sono in gran parte giornali di bordo, diari e lettere originali (citati nella bibliografia). Non vi è confronto fra storici semplicemente perché fino a venticinque anni fa era un episodio quasi per nulla trattato nei libri sulla conquista britannica del globo, sulle guerre tra le multinazionali commerciali rivali dell’epoca, sul colonialismo europeo nel mondo.

Non a caso, nel breve epilogo si richiamano un episodio del declino delle Banda evidente ai primi dell’Ottocento e la visita incuriosita dell’autore alla fine del millennio scorso. Ovviamente, con la colonizzazione praticamente ogni isola indonesiana è divenuta anche isola-carcere, detenzione per i “conquistati”, gli sconfitti, i disertori, gli indisciplinati e così via.

Non c’è indice dei nomi, sono citati Chaucer e Pigafetta, a dimostrazione della ricca articolata cultura di Milton.

Significativa Table Bay, lungo la rotta africana, prima della fondazione di Cape Town e prima che le mappe oceaniche divenissero davvero attendibili.

Il libro

Giles Milton
L’isola della noce moscata. La corsa alle spezie di esploratori, mercanti, pirati che ha deciso la storia del mondo
traduzione di Sergio Mancini; prefazione di William Dalrymple
Nutrimenti, 2024

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Valerio Calzolaio

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