Mediterraneo. Millenni fa. Presenti negli spazi assegnati loro dagli umani, gli dèi vengono invocati in base alle loro competenze, ma anche in funzione delle aspettative sociali, dei bisogni e desideri di uomini e donne.
Divinità in viaggio
Visto che già da una decina di migliaia di anni ci siamo spostati molto migrando ovunque nel nostro piccolo grande mare, in tutte le direzioni, con innumerevoli creative rotte, considerare gli dèi in movimento nello spazio mediterraneo può contribuire alla riflessione generale sulla natura del divino nell’Antichità, fra unicità monoteista e pluralità politeista.
Gli dèi, in effetti, sono al tempo stesso radicati in un territorio e legati a una comunità che istituisce e perpetua il loro culto. Ma sono anche in perenne movimento, rapidi, ubiqui, persino inafferrabili, comunque più degli animali terreni. Eppure, gli dèi non escono indenni dai viaggi: cambiano e si adattano a nuovi contesti. Magari una volta vengono fatti prigionieri e inviati in esilio; un’altra sono portati in processione per tutta la città; un’altra “clonati” per favorire la fondazione di una colonia.
Ogni insediamento umano, più o meno originario, acclude la stabilizzazione di un dio o più dèi e della religiosità che vi connette, cronache e miti del reciproco mettere radici. Poi i culti emigrano sulla scia di umani che trasferiscono la residenza individuale o collettiva, per molto tempo o per sempre: soldati, profeti, mercanti, ambasciatori, coloni, fedeli, viaggiatori, curiosi, deportati. Talvolta si attribuisce persino agli stessi dèi il desiderio di allargare il proprio spazio vitale, di conquistare nuovi territori. E, fra rispetto delle tradizioni religiose di partenza e adattamenti locali successivi, le migrazioni degli dèi contribuiscono a diversificare il loro volto, a rimodellare le funzioni, a far sorgere nuovi appellativi e immagini. Nella storia dei popoli antichi è sempre avvenuto: come, con chi, con quali intenzioni e conseguenze va approfondito.
Il saggio di Corinne Bonnet e Laurent Bricault
Gli storici Corinne Bonnet (1959) e Laurent Bricault (1963), docenti di storia greca (lei) e romana (lui) all’Università Jean Jaures di Tolosa, diversi anni fa tennero un corso universitario per gli studenti della Laurea Magistrale che poi hanno trasformato in un volume molto interessante per tutti.
Ci raccontano viaggi e traslazioni divine così come sono narrati nelle diverse tipologie di fonti: opere storiografiche o geografiche, biografie, inni, iscrizioni, monete e reliquie, oggetti sacri, in un percorso comparativo dal II millennio a.C. ai primi secoli dell’era cristiana.
Non seguono un ordine cronologico, sarebbe stato fittizio visto che tra i presunti fatti e i relativi miti esiste sempre un variabile problematico intervallo temporale. Non propongono alcuna lettura evoluzionistica o teleologica: gli dèi viaggiano in tutte le culture e in ogni tempo senza che una “provvidenza” intervenga per mettere loro “ordine”, più meticci di quel che crediamo.
La struttura del libro Divinità in viaggio
Numerose sono, comunque, le tematiche riguardanti la comprensione delle religioni antiche: monoteismo (che spesso elimina credenze precedenti) e politeismo (che spesso le aggiunge e moltiplica), i nomi e le immagini del dio singolare e plurale, l’impronta del potere, le strategie rituali, il dialogo interculturale, l’immaginario legato ai luoghi, l’attitudine nei riguardi della morte, la tensione fra locale e globale, talune cancellazioni e distruzioni inappellabili.
In ogni capitolo di Divinità in viaggio scopriamo diverse mobilità ed effetti della mobilità, libera o imposta: da Tiro alle Colonne d’Ercole, da Emesa a Roma, da Efeso a Marsiglia, da Atene a Cartagine, dall’Egitto a Delo alle tante isole; poi in Gallia e in Sicilia, in Mesopotamia e in Fenicia, e altrove; Melqart, Artemide, Cibele, Serapide, Ishtar, Iside, Apollo, Dioniso e tanti altri; e poi i tante personalità storiche individuali che in vario modo riuscirono a tramandare luoghi e miti.
Fra i dodici capitoli (ognuno con qualche foto di scavi, statue, oggetti) segnalo il settimo (ove più ricorre l’incredibile capacità di navigazione nel nostro mare) e l’undicesimo (ove più ricorrono i viaggi del popolo ebraico, esili diaspore deportazioni, con i rotoli della Torah).
In fondo una punteggiata carta del Mediterraneo e gli indici: nomi, luoghi, argomenti.
Il libro
Corinne Bonnet e Laurent Bricault
Divinità in viaggio. Culti e miti in movimento nel Mediterraneo antico
traduzione a cura di Alessandro Cocorullo, Alberto Gavini e Giovanni Ingarao
Il Mulino, 2021
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