Un nome quello di Maurice Sachs (1906-1945) che appena sfiorato ci sguscia già tra le mani, rivelando (badate bene, solo fugacemente) una verità in continua trasformazione.
Una personalità camaleontica, pronta a sfruttare a proprio vantaggio, rapida come un fulmine, persone e situazioni. Eventi e incontri. Così eccolo diventare in quattro e quattr’otto un antiquario abile e senza grossi scrupoli a New York, mutarsi in uno zelante segretario per la riveritissima Coco Chanel a Parigi, scrivere, tra una guerra e l’altra, opere destinate a lasciare il segno come Il sabba, pubblicata dopo la sua tragica morte in Germania nel 1945.
Una personalità, la sua, complessa, affascinantissima. Per alcuni un uomo dallo sguardo dolcissimo e la generosità impareggiabile, per altri invece una temibile spia al soldo dei tedeschi che, stanchi delle sue informazioni sbagliate, lo avrebbero poi arrestato e ucciso. Nulla è veramente chiaro o limpido nella vita (e nella morte) dello scrittore ebreo.
Quattro opere di Maurice Sachs per scoprire il suo talento irriverente
Di certo rimangono oggi solo il suo talento, la sua omosessualità, le molte amicizie letterarie (fu, tra le tante cose, lettore per Gallimard) con i nomi di punta dell’intellighenzia francese, da André Gide a Max Jacob, passando per Jean Cocteau a cui Maurice Sachs, proprio nella sua opera più celebre, Il sabba, non risparmierà aspre critiche.
Alias
È il primo romanzo di Maurice Sachs. Al suo centro le avventure di un giovane che abbandona il collegio e si traferisce a Parigi. Un cambiamento di scena che darà il la a tutta una serie di incontri e vicende chiamate a mettere in luce, tra miserie e splendori di diversa portata e consistenza, una umanità variegata e camaleontica. Opportunista e generosa. Una lettura davvero irresistibile.
Ai tempi del Boeuf sur le toit
Un libro breve e accattivante scritto sotto forma di diario. Pensieri e annotazioni di un giovane parigino à la page che affronta gli Anni ruggenti passando da una festa a un vernissage, da una vacanza a Deauville a un flirt con qualche maliarda all’ultimissimo grido . Soltanto la grave crisi del ’29 porterà una vera svolta in quella sua esistenza di dandy super annoiato e ormai, ahimè, anche senza più il becco di un quattrino.
Il sabba
L’opera più celebre e celebrata di Sachs venne pubblicata soltanto dopo la sua morte. Nelle sue pagine rivive la Parigi a cavallo delle due guerre. Una città piena di talenti, di possibilità, di piccoli e grandi inganni. Un caleidoscopio travolgente, un romanzo di formazione, dove i nomi che si incontrano (e fanno sontuosamente da traino nella narrazione) sono quelli di Picasso, André Gide e Jean Cocteau. Giusto, naturalmente, per citare i primi che alla spicciolata ci vengono incontro.
La decade dell’illusione
Di scena una Parigi vivace e inarrestabile dove cubismo e surrealismo sfornano artisti eccelsi e personalità eccentriche, pronte a trasformare la propria vita in un vero e proprio capolavoro da esibire e mostrare al pubblico quasi come un’opera d’arte. Con La decade dell’illusione, la penna caustica e irriverente di Maurice Sachs ci porta, ancora una volta, nel cuore di una delle stagioni più indimenticabili del Novecento europeo. Un affresco sferzante di colore.
Foto | SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons
Disclaimer. Su alcuni dei titoli linkati in questo articolo, Libri e parole ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi per l’utente finale. Potete cercare gli stessi articoli in libreria, su Google e acquistarli sul vostro store preferito.
Lascia un commento