Winston Churchill

Winston Churchill, statista, scrittore e storico vincitore del Nobel per la letteratura

La figura politica di Winston Churchill (1874-1965) giganteggia sui libri scolastici, nella memoria di chi ha condiviso con lui buona parte della storia del Novecento, tra guerre vicine e lontane, incarichi importanti (fu Primo Ministro per ben due volte, la prima dal 1940 al 1945, la seconda dal 1951 al 1955) e riconoscimenti prestigiosi, primo fra tutti il Premio Nobel per la Letteratura.

Chi è stato Winston Churchill

Nato in una famiglia dell’alta aristocrazia britannica, Winston Churchill ebbe tuttavia un’infanzia non felice, emotivamente isolato sia dal padre, il gelido Lord Randolph, che dalla madre, la bellissima Jennie Jerome, costantemente immersa, almeno così ci dicono le cronache, in un vortice di frivolezze, feste e affocati amori extraconiugali. Suo unico conforto, in questo marasma familiare, la presenza tenera e calda di Elizabeth Ann Everest, la bambinaia di famiglia, di cui serberà un ricordo vivo e commosso fino alla fine dei suoi giorni.

Il Nobel per la letteratura

Degli anni che seguirono, della sua ascesa nell’arena politica inglese e internazionale e del suo ruolo fondamentale nella sconfitta di Hitler non ce ne occuperemo qui, preferendo questa volta sottolineare piuttosto il Churchill scrittore e storico che, nel 1953, vince, facendo le scarpe a fior fiore di autori, il Premio Nobel per la Letteratura.

Un riconoscimento letterario che abbraccia tutti i suoi scritti, ma che inevitabilmente mette l’accento sulla sua opera più celebre e amata: La seconda guerra mondiale. Questo è l’incipit della sua monumentale opera:

Dopo la fine della Guerra Mondiale del 1914 ci furono una profonda convinzione e una quasi universale speranza che la pace avrebbe regnato nel mondo. Questo desiderio del cuore di tutti i popoli avrebbe potuto essere realizzato con risolutezza nel giusto convincimento e con ragionevole buon senso e prudenza. La frase la guerra per finire le guerre era sulla bocca di tutti, ed erano state prese misure per farla diventare realtà. Il presidente Wilson, esercitando, come si pensava, l’autorità degli Stati Uniti, aveva reso dominante in tutte le menti il concetto di una Lega delle Nazioni. La Delegazione Britannica a Versailles plasmò e formò la sua idea in uno strumento che avrebbe costituito una pietra miliare nella dura marcia dell’umanità. Gli alleati vittoriosi erano a quel tempo onnipotenti, per quel che riguardava i loro nemici esterni. Essi dovevano affrontare gravi difficoltà interne e molte domande alle quali non erano in grado di dare una risposta, ma le Potenze Teutoniche nella gran massa dell’Europa Centrale che avevano creato lo scompiglio erano prostrate di fronte a essi, e la Russia, già danneggiata dal flagello tedesco, era sconvolta dalla guerra civile e stava cadendo sotto il dominio bolscevico o del Partito Comunista.

Un resoconto lucido e vibrante degli anni del conflitto che si ramifica in ben sei volumi. Un’opera immensa, non vi è altro modo di definirla, che ancora oggi rimane un testo fondamentale se si vuole conoscere da vicino (e a fondo) la storia di quegli anni bui e tragici in cui la figura politica e umana di Winston Churchill fece da faro, convogliando tutte le forze di un popolo in una resistenza miracolosa, baluardo estremo, insieme all’America di Roosevelt e la Russia di Stalin, contro l’avanzata nazista in un’Europa ormai da tempo annichilita e senza più alcuna difesa.

Foto | ibrahimkaya.ist via Depositphotos

Giorgio Podestà

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