Hector Hugh Munro noto come Saki

La vita e le storie di Hector Hugh Munro, maestro del racconto breve

Saki, pseudonimo di Hector Hugh Munro (1870-1916), nacque lontano dalla madrepatria, in uno di quei celebri avamposti dell’Impero britannico dove il padre da anni svolgeva il suo incarico di ispettore di polizia.

Un’infanzia precocemente segnata dalla morte della madre e da un’educazione puritana su cui presiedevano, ferme e intransigenti come tre pastori di campagna, le figure della nonna e delle due zie. Presenze femminili che la sagace penna di Saki immortalerà anni dopo in alcuni dei suoi racconti più riusciti.

Hector Hugh Munro: un’infanzia severa e l’ombra delle zie

Prima di giungere però alla scrittura, il giovane Saki entrò nel corpo di polizia, trasferendosi (come, del resto, aveva fatto il padre prima di lui) in Birmania. La malaria contratta in quelle terre tanto remote lo costrinse, tuttavia, a rientrare precipitosamente in Inghilterra dopo soli quindici mesi e abbandonare definitivamente la sua promettente carriera nel lontano Oriente.

Giunto a Londra tentò allora la via del giornalismo e tra un articolo per il Daily Express e un altro per il Morning Post, Saki buttava giù racconti destinati a giganteggiare, a creare un canone, a far rabbrividire deliziosamente il lettore.

Scrivere per graffiare: lo stile di Saki

Storie, badate bene, dalla vena macabra ma irresistibilmente ironica che sbeffeggiava (le parole diventavano strali acuminati) la società dell’epoca. Quella sua omosessualità, braccata dalla legge, invisa all’opinione pubblica e per forza di cose celata ai più, gli consentiva di scandagliare con maggior disincanto (e acutezza) l’ottuso perbenismo britannico.

Allo scoppiò della Grande Guerra lo scrittore, benché non fosse più giovanissimo, chiese di andare a combattere in prima linea. Colpito da un cecchino tedesco, Saki, che avrebbe potuto starsene comodamente al sicuro, morì il 14 novembre del 1916 in Francia, vittima illustre di uno dei conflitti più sanguinosi e barbari – è bene sempre ricordarlo – che la storia umana abbia mai conosciuto.

Qui di seguito una selezione delle opere di Saki tradotte in italiano:

  • Il narratore (traduzione di Angela Ragusa, illustrazioni di Michele Ferri, Orecchio acerbo)
  • L’insopportabile Bassington e altri racconti (traduzione di Orsola Nemi e Henry Furst, Einaudi)
  • La zia ha adottato un licantropo (illustrazioni di Quentin Blake, traduzione di Massimo Birattari, Salani)
  • Racconti (prefazione di Graham Greene, traduzione di Ada Arduini e Gioia Guerzoni, Il saggiatore)

Foto | Nicholas95, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

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