Cogito ergo sum: l’essere umano al centro di tutto. Di questa frase, il fondatore della filosofia moderna Cartesio (il cui vero nome era René Descartes), fece la vetta più alta del suo pensiero.
Si tratta della conclusione di un suo complesso ragionamento racchiuso in un volumetto dal titolo Discorso sul metodo. Il testo servì da introduzione a tre saggi che Cartesio pubblicò nel 1637: La diottrica, La geometria, Le meteore. Nondimeno, proprio Il discorso rappresenta – dal punto di vista filosofico – il testo più interessante e significativo rispetto a queste pubblicazioni.
Il significato di Cogito ergo sum
Ma che cosa significa questa locuzione? Penso dunque sono.
Noi siamo uomini consapevoli grazie al nostro pensiero, al nostro ragionamento. Il soggetto pensante coglie la propria esistenza, cita l’enciclopedia Treccani.
Penso dunque esisto, è tuttavia la traduzione di un pensiero che non viene quasi mai riportato in modo esatto. «Ego cogito, ergo sum, sive existo» è l’intera frase dalla quale è stato estrapolato il più conosciuto cogito ergo sum . Tradotta dal latino significa: «Io penso, dunque sono, ovvero esisto».
Cogito ergo sum: chi l’ha detto?
Abbiamo detto che la locuzione latina ci arriva da Cartesio. Egli riteneva che per accettare una verità come tale, questa doveva reggere al dubbio, superarlo per non essere considerata priva di fondamento.
Ovvero, ogni cosa doveva essere messa in dubbio dal ragionamento, dal pensiero dell’uomo, e solo superato questo banco di prova sarebbe potuta essere considerata scienza.
Il dubbio insomma, come metodo d’indagine.
Tutto ciò che apprendiamo, spesso ci arriva direttamente dai sensi, ma se i sensi sono ingannatori quanto di ciò che ci mostrano come reale è reale davvero? E se tutto fosse soltanto un sogno? E ancora: come distinguere il sogno dalla veglia e da ciò che stiamo realmente vivendo?
Ma se dubitiamo di tutto, che cosa ci rimane?
Noi stessi come esseri pensanti. Penso dunque sono.
Esiste anche la frase Dubito ergo sum?
Il filosofo cristiano Agostino (354-430) anticipò il pensiero cartesiano con una locuzione che vi si avvicinava: Dubito ergo sum.
Dubito dunque sono, mirava a dimostrare che l’uomo esiste in quanto in grado di dubitare grazie al ragionamento, non per scetticismo.
Siamo esseri fallibili e pieni di dubbi, dunque limitati. E, come tali, per Agostino – che fu poi proclamato santo – necessitiamo di un essere superiore che ci guidi e ci illumini, che ci affianchi e ci sorregga.
La fortuna del Cogito ergo sum nei tattoo
Divenuto il detto più celebre del mondo, Cogito ergo sum è una delle frasi più “gettonate” dagli amanti dei tatuaggi. Non importa che se ne conosca la storia o che si sia studiato filosofia, né è necessario il nome dell’autore: marchiare la propria pelle con la locuzione latina significa per i più una esaltazione della ragione, della nostra parte razionale.
Eppure, cari amanti dei tattoo, sappiate che non è proprio questo il fondamento del pensiero di Cartesio, o il senso più profondo della fortunata e famosissima frase, perché non è la ragione che ci fa esistere ma… il dubbio!
Foto | WikiCommons
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