Il libro odora di stampa, di nuovo, di intonso. Il titolo Inquietudini sentimentali – scelto da Teresa Wilms Montt (1893-1921) per il suo esordio letterario e pubblicato per la prima volta in Italia da Futura libri nel 2024 – ci sembra annunciare rapidamente e senza tentennamenti la superiorità incontestabile del sentimento su tutte le altre facoltà dello spirito.
Ci basta, del resto, aprire una pagina a caso di questa bella traduzione di Salvatore Messina per essere travolti da una profondità del sentire che non ammette dinieghi e ancor meno silenzi.
Inquietudini sentimentali
Ecco allora che le prose poetiche della Montt (per noi in verità un vero e proprio diario intimo) diventano abissi di un’anima chiamata a vagare per una landa sempre più desolata, sospinta quotidianamente in avanti da una sete d’assoluto che la muterà in un Pierrot smunto e lacero.
Figura un tempo luminosa (le sue maniche non le davano, mentre invocava l’amato astro notturno, un magico aspetto d’ali?), ma destinata ora a cadere miseramente come un abito senza corpo, sul bordo di una pozzanghera dove anche la luna ride (XXVI). Un’evocazione presaga di una caduta già annunciata. Di una stanchezza dolente che annienta. Di una solitudine diventata ormai incolmabile. Del tutto irricevibile.
Un bisogno d’amore così grande, così assoluto, non può allora che condurre irrimediabilmente alla perdita. Alla fine. Al crollo del cielo sopra un’anima infinitamente provata. Dolorosamente vinta.
La parabola della breve e appassionata esistenza della scrittrice cilena Teresa Wilms Montt (morta suicida, lo ricordiamo, a Parigi nell’inverno del 1921 quando aveva solo 28 anni) si fa allora specchio di profondità che possono appartenere unicamente al sentimento. Intelligenza e ragione, rispetto a essa, operano ben più in superficie.
Una verità di cui ancora una volta ne sono testimonianza viva e indimenticabile queste prose poetiche, pubblicate a Buenos Aires nel 1917 da una Thèrése giovanissima ma già in fuga. Già inestricabilmente imprigionata – come una farfalla caduta tra le maglie di una gigantesca ragnatela – in una lotta per la propria precaria sopravvivenza:
E così dicono che la leggenda del Pagliaccio esiste
solo nell’immaginazione.
Quando lo sento dire, allora rido come potrebbe
ridere il morto in fondo alla terra: il morto a cui
assicurano di essere vivo. (XXXIV)
Il libro
Teresa Wilms Montt
Inquietudini sentimentali
a cura di Salvatore Messina
Futura Libri 2024
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