Cyrano de Bergerac

Cyrano de Bergerac: il naso più famoso della letteratura

Se dico “naso” a voi cosa viene in mente? Restando in campo letterario, subito direi il curioso testo dello scrittore russo Gogol’ contenuto nella raccolta Racconti di Pietroburgo. In tempi più recenti, e accettando la sineddoche, certamente anche il celeberrimo romanzo di Süskind intitolato Il profumo. Ma soprattutto in letteratura sinonimo di naso, o meglio, la sua incarnazione, è rappresentata di sicuro da Cyrano de Bergerac, pièce teatrale in cinque atti datata 1897 dell’autore francese Edmond Rostand.

Cyrano de Bergerac, quando l’amicizia vince anche sull’amore

È la storia di Cyrano, abilissimo spadaccino famoso per il suo lungo naso e per la passione per la poesia e i giochi parole con cui mette costantemente in ridicolo i suoi avversari.

Segretamente innamorato della cugina Rossana, non riesce, però, a dichiararsi. Un giorno lei gli rivela di essere innamorata del giovane cadetto Cristiano, bellissimo ma purtroppo dotato di scarsa sensibilità. Cyrano accusa il colpo e le promette di proteggerlo. Così diventa sinceramente amico di Cristiano al quale cerca di insegnare i rudimenti dell’arte della conquista ma con scarsi risultati.

Scoppia la guerra. Cyrano e Cristiano sono chiamati al fronte da dove il primo, fingendosi l’amico, scrive ogni giorno una palpitante lettera a Rossana che amando la poesia s’innamora sempre di più di queste parole.

Cristiano invita Cyrano a dire la verità a Rossana, ma questi si rifiuta, finché, con Cristiano ferito a morte, in un impeto di cavalleresca amicizia più forte anche dell’amore stesso, mente dicendogli che Rossana sa tutto ma ha comunque scelto lui.

Cristiano può morire sereno, ma Cyrano mantiene comunque il segreto, anche se pian piano Rossana apre gli occhi… ma non farà in tempo l’amore a trionfare, perché anche Cyrano muore.

Il monologo del naso

Nel I atto, scena IV, c’è questo splendido pezzo di bravura letteraria e attoriale che andrebbe letto e non spiegato, ma noi ci proviamo lo stesso.

Il visconte di Valvert crede di provocare Cyrano, la cui spada è molto temuta, ma riesce solo a dirgli l’ovvio, cioè che ha un naso molto grande. A questo punto Cyrano si prende gioco di lui ed esordendo con un deluso “Tutto qui?”, dà vita a uno dei monologhi più belli di tutta la letteratura, in cui elenca, corredandole di esempi, le modalità con cui il visconte avrebbe potuto riferirsi al suo naso, da una semplice descrizione a un quesito curioso, da una locuzione vezzosa a un apostrofare truculento, per poi tornare alla cortesia. E ancora: dal pedante all’arrogante, passando per l’enfatico, sono poi possibili inflessioni maggiormente drammatiche, ammirative o addirittura liriche.

Non si risparmiano ipotesi di battute semplici e dirette, alcune rispettose altre più rustiche, fino alle accezioni figurate quale quella militare o la pratica.

Ma di spirito voi, miserrimo furfante, mai non ne aveste un’oncia, e di lettere tante quante occorrono a far la parola: cretino! Aveste avuto, altronde, l’ingegno così fino da potermi al cospetto dell’inclita brigata servirmi tutti i punti di questa cicalata, non ne avreste nemmeno la metà proferito del quarto d’una sillaba, ché, come avete udito, ho vena da servirmeli senz’alcuna riserva, ma non permetto affatto che un altro me li serva. (Traduzione di Mario Giobbe)

Cyrano de Bergerac è esistito davvero!

Ebbene sì. Sembra un personaggio squisitamente di fantasia, eppure non lo è il nostro Cyrano, nome completo Hercule Savinien de Cyrano de Bergerac, vissuto in Francia nel 1600 e morto giovane, a soli 36 anni.

Abile spadaccino e con un naso generoso proprio come nell’opera che parla di lui, ebbe fama anche come romanziere e drammaturgo. È ricordato per aver scritto due romanzi precursori della moderna fantascienza: L’altro mondo o storia comica degli stati e degli imperi della luna e Storia comica degli stati e imperi del sole, in cui si parla di viaggi fantastici proprio su sole e luna.

Nelle sue pagine, propose anche molte invenzioni che sarebbero arrivate secoli dopo, quali il registratore vocale o la lampadina elettrica e che lo resero fonte d’ispirazione per altri autori del genere, come Jules Verne o H.G. Wells.

Foto | photoweges via Depositphotos

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Roberta Barbi

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